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San Gerasimo di San Lorenzo

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San Gerasimo di San Lorenzo

Birth
San Lorenzo, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Calabria, Italy
Death
25 Apr 1180 (aged 79–80)
San Lorenzo, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Calabria, Italy
Burial
Bagaladi, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Calabria, Italy Add to Map
Memorial ID
View Source
San Gerasimo di San Lorenzo fu un asceta venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Gerasimo nacque attorno al 1100 in Calabria. Di lui si hanno poche notizie storiche, perché il passaggio dal rito greco a quello latino, attorno al 1500, ha fatto cadere nel dimenticatoio molta storia, distruggendo tanta documentazione esistente sugli insediamenti basiliani e sul santo La sua vita è stata caratterizzata dal grande spirito di mortificazione e di preghiera, che contraddistinse gli asceti basiliani di quel tempo. Egli visse nella solitudine in grande umiltà e purezza. Poiché molti giovani si misero sotto la sua protezione, si decise a fondare un monastero, dedicato a Sant'Angelo di Valletuccio, nel casale di San Lorenzo. Dopo un secolo Gerasimo fu proclamato santo e la gente di queste contrade e di tutta la Vallata del Tuccio lo ha venerato e festeggiato per molti secoli.
San Gerasimo si commemorava non il 25 aprile data della sua morte, forse perché coincideva con la festa di San Marco Evangelista, ma il 14 giugno.
In seguito venne scelto il 24 giugno e nel 1603 fu anticipata al 5 marzo, lo stesso giorno in cui si celebrava un altro san Gerasimo, monaco palestinese. Forse questa coincidenza generò il sospetto che il nostro Santo fosse una fantasia, per cui fu trascurata la memoria, col tempo dimenticata, fino alla scomparsa definitiva.
Le reliquie del santo sono custodite nella chiesa di Sant'Angelo in Valle Tuccio.
Inoltre, a ricordo di questo santo, ci resta una icona del XV secolo di fattura locale, che raffigura san Gerasimo con la Madonna e Gesù Bambino conservata nel Piccolo Museo San Paolo a Reggio Calabria.
---
Tra le significative testimonianze iconografiche giunte sino a noi e legate alla valle del Tuccio, è dato citare l’icona raffigurante la Vergine e San Gerasimo, custodita oggi
nel Piccolo Museo San Paolo, evocativa di un culto diffuso nella vallata del Tuccio, forse prodotta altrove, poiché la figura del santo, per i tratti somatici, la postura e la
scritta che si legge sul rotolo che egli regge tra le mani, sembra coincidere con quella di san Gerasimo di Cefalonia.
San Gerasimo occupa la parte sinistra della piccola icona, il suo corpo è leggermente curvo, chino verso la Vergine e il Divino Infante, in atto di ossequio.
Il suo abbigliamento, più complesso di quello della Madonna, è conforme a quello di Gerasimo di Cefalonia. Il manto, i cui lembi sono accostati sul petto, è di colore
rossastro e su di esso poggia un velo scuro che, coprendo il capo, scende fino alle spalle, il nimbo è appena delineato. La veste, lunga fino ai piedi, è chiara e sul davanti
sembra essere trattenuta da una cintura coi lembi ricadenti.iii In prossimità delle ginocchia, le sue pieghe evidenziano la postura appena genuflessa del santo e
conferiscono plasticità all’intera figura che pur apparendo ieratica, emana profonda umanità. Lo sguardo del Santo, diretto a contemplare Maria e Gesù, contribuisce ad
ammorbidire l’intera composizione che, altrimenti, si connoterebbe, soprattutto, per la rigidità e una certa pesantezza che la figura della Vergine trasmette all’osservatore.
Accogliendo la tesi recentemente avanzata dal prof. Daniele Castrizio, il Santo dovrebbe essere identificato col Gerasimo di San Lorenzo, vissuto nel XII secolo, che,
presumibilmente fondò e/o ampliò il Monastero di Sant’Angelo nella valle del Tuccio, la cui memoria è oggi ricordata dalla chiesa reggina-bovense il 26 aprile
San Gerasimo di San Lorenzo fu un asceta venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Gerasimo nacque attorno al 1100 in Calabria. Di lui si hanno poche notizie storiche, perché il passaggio dal rito greco a quello latino, attorno al 1500, ha fatto cadere nel dimenticatoio molta storia, distruggendo tanta documentazione esistente sugli insediamenti basiliani e sul santo La sua vita è stata caratterizzata dal grande spirito di mortificazione e di preghiera, che contraddistinse gli asceti basiliani di quel tempo. Egli visse nella solitudine in grande umiltà e purezza. Poiché molti giovani si misero sotto la sua protezione, si decise a fondare un monastero, dedicato a Sant'Angelo di Valletuccio, nel casale di San Lorenzo. Dopo un secolo Gerasimo fu proclamato santo e la gente di queste contrade e di tutta la Vallata del Tuccio lo ha venerato e festeggiato per molti secoli.
San Gerasimo si commemorava non il 25 aprile data della sua morte, forse perché coincideva con la festa di San Marco Evangelista, ma il 14 giugno.
In seguito venne scelto il 24 giugno e nel 1603 fu anticipata al 5 marzo, lo stesso giorno in cui si celebrava un altro san Gerasimo, monaco palestinese. Forse questa coincidenza generò il sospetto che il nostro Santo fosse una fantasia, per cui fu trascurata la memoria, col tempo dimenticata, fino alla scomparsa definitiva.
Le reliquie del santo sono custodite nella chiesa di Sant'Angelo in Valle Tuccio.
Inoltre, a ricordo di questo santo, ci resta una icona del XV secolo di fattura locale, che raffigura san Gerasimo con la Madonna e Gesù Bambino conservata nel Piccolo Museo San Paolo a Reggio Calabria.
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Tra le significative testimonianze iconografiche giunte sino a noi e legate alla valle del Tuccio, è dato citare l’icona raffigurante la Vergine e San Gerasimo, custodita oggi
nel Piccolo Museo San Paolo, evocativa di un culto diffuso nella vallata del Tuccio, forse prodotta altrove, poiché la figura del santo, per i tratti somatici, la postura e la
scritta che si legge sul rotolo che egli regge tra le mani, sembra coincidere con quella di san Gerasimo di Cefalonia.
San Gerasimo occupa la parte sinistra della piccola icona, il suo corpo è leggermente curvo, chino verso la Vergine e il Divino Infante, in atto di ossequio.
Il suo abbigliamento, più complesso di quello della Madonna, è conforme a quello di Gerasimo di Cefalonia. Il manto, i cui lembi sono accostati sul petto, è di colore
rossastro e su di esso poggia un velo scuro che, coprendo il capo, scende fino alle spalle, il nimbo è appena delineato. La veste, lunga fino ai piedi, è chiara e sul davanti
sembra essere trattenuta da una cintura coi lembi ricadenti.iii In prossimità delle ginocchia, le sue pieghe evidenziano la postura appena genuflessa del santo e
conferiscono plasticità all’intera figura che pur apparendo ieratica, emana profonda umanità. Lo sguardo del Santo, diretto a contemplare Maria e Gesù, contribuisce ad
ammorbidire l’intera composizione che, altrimenti, si connoterebbe, soprattutto, per la rigidità e una certa pesantezza che la figura della Vergine trasmette all’osservatore.
Accogliendo la tesi recentemente avanzata dal prof. Daniele Castrizio, il Santo dovrebbe essere identificato col Gerasimo di San Lorenzo, vissuto nel XII secolo, che,
presumibilmente fondò e/o ampliò il Monastero di Sant’Angelo nella valle del Tuccio, la cui memoria è oggi ricordata dalla chiesa reggina-bovense il 26 aprile

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QUI
*SU QUESTA VETTA*
NEL SECOLO XII
SAN GERASIMO ABATE
CHE VISSE
IN EREMITICA SOLITUDINE
DIVENENDO
LUMINOSA GUIDA SPIRITUALE
DEI SUOI DISCEPOLI
ACCORSI NUMEROSI
NEL MONASTERO
DI S.ANGELO DI VALLETUCCIO
NELLA RICORRENZA
DELL'VIII CENTENNARIO DELLA SUA MORTE
IL COMUNE DI S.LORENZO
A PERENNE MEMORIA NEI SECOLI FUTURI
QUESTA LAPIDE
POSE

SAN LORENZO 25 APRILE 1986


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