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Eustasio Cogliandro

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Eustasio Cogliandro

Birth
Prunella, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Calabria, Italy
Death
11 Dec 1944 (aged 21)
Vodnjan, Grad Vodnjan, Istarska, Croatia
Burial
Melito di Porto Salvo, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Calabria, Italy Add to Map
Memorial ID
View Source
Figlio di Antonino Cogliandro e di Tommasina Calabrò
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Partito per il fronte nel secondo conflitto mondiale, nel 1944 se ne persero le tracce.
Nato il 10 Aprile 1923, ucciso barbaramente a Dignano d’Istria (Pola) l’11 Dicembre 1944. In organico al 25° Reggimento Fanteria “Cervignano”, 2° Battaglione reclute, Divisione Bergamo, di stanza a Dignano d’Istria, a poca distanza da Pola (Yugoslavia), Eustasio Cogliandro scriveva alla madre Tommasina e le raccontava della guerra, dei compagni, di una ragazza che aveva conosciuto.
A un certo momento si interrompono le comunicazioni, Eustasio non scrive più e se ne perdono le tracce. Siamo alla fine della guerra; la madre immagina cosa può essere accaduto. Chiede disperatamente al Distretto Militare, anche tramite il Comune di Melito. Vuole rintracciare il corpo del figlio, ma non riesce a trovare alcun riscontro. Siamo arrivati al 1953, sono trascorsi tanti anni che non hanno lenito il dolore; rileggendo le lettere del figlio, Tommasina trova il nome della fidanzata di Eustasio. La rintraccia e si mette in contatto con la famiglia di lei. In quel periodo era difficile entrare in Yugoslavia, perché non veniva concesso il visto, ma la testardaggine di Tommasina Calabrò riesce a superare gli ostacoli.
Infine, parte insieme al nipote “Mico” Calabrò, che deve forzatamente attenderla per 6 giorni a Trieste, mentre lei raggiunge Pola. La madre si reca a Dignano e incontra i familiari della fidanzata di Eustasio. La famiglia le racconta una storia disperata e infame. Cosa è successo? Il soldato Eustasio Cogliandro fa amicizia con altri commilitoni, soldati italiani al fronte, soldati del Regio Esercito. In seguito agli eventi, l’Esercito si sbanda, insieme ad altri compagni si aggrega alle fila della Resistenza e diventa partigiano; il suo esempio è seguito anche dalla fidanzata che conoscendo l’arte della sarta comincia cucire e riparare i vestiti dei partigiani. La fine della guerra, in Italia, significò l’inizio di una nuova e spietata guerra, che presto assunse i contorni impietosi della “caccia”. In seguito alla delazione di un fascista, un tale Rossi, Eustasio fu scovato insieme alla fidanzata. L’infame Rossi, conoscendo il posto e la storia d’amore, con una squadra di fascisti lo raggiunse a casa della donna, massacrandoli a colpi di moschetto. Altri commilitoni, tra cui due fratelli di Prunella (appartenenti allo stesso Reggimento, ma ad un’altra compagnia), si nascosero in un altro posto scampando così alla furia assassina fascista.
La famiglia della ragazza dà sepoltura al corpo piantando una croce col nome di Eustasio e a distanza di tanti anni, la madre Tommasina, viene accompagnata sul posto: “Il corpo di Eustasio si trova qui sotto”.
Finalmente dopo tanto peregrinare, la mamma riesce a riportare i resti del figlio a Melito. Un carro delle ferrovie jugoslave arriva alle ore 10 di Lunedì 16 Marzo 1953 alla stazione di Melito con il corpo del nostro Concittadino. Dalla stazione il feretro viene accompagnato dalla folla nella Casa Comunale dove rimane per la veglia notturna.
Il giorno successivo un affollatissimo corteo accompagna la salma alla vecchia chiesa di San Giuseppe dove viene celebrato da Don Calarco un solenne funerale e, subito dopo, a piedi e a spalla, Eustasio viene accompagnato al cimitero in cima alla collina che sovrasta Melito. Sono trascorsi 69 anni.
(L'amore Fatale del partigiano Eustasio, Gianfranco Calabrò)
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Una strada di Prunella è intitolata a Eustasio Cogliandro (modifica della strada già intitolata Via Prunella Inferiore in Via Eustasio Cogliandro)
Il Comune di Melito di Porto Salvo, vista l’autorizzazione dell’Ufficio Territoriale del Governo – Prefettura di Reggio Calabria all’attribuzione del nome “Via Eustasio Cogliandro” alla strada già denominata “Via Prunella Inferiore” e vista la deliberazione di C.C. n.53 del 30/11/2015 avente per oggetto la “modifica della denominazione della strada già intitolata Via Prunella Inferiore in Via Eustasio Cogliandro, rende nota la procedura di modifica dell’intitolazione della strada.

Il Comune con un avviso rende noto, altresì, agli abitanti interessati, ai cittadini residenti ed agli operatori economici che “la Prefettura di Reggio Calabria – UTG con proprio decreto ha autorizzato l’intitolazione “Via Eustasio Cogliandro” alla strada già denominata “Via Prunella Inferiore”. I cittadini residenti sono avvisati che saranno attivate in seno ai Servizi Demografici procedure d’ufficio per l’aggiornamento delle registrazioni di competenza. Si invitano pertanto gli stessi a volersi recare presso l’Ufficio Amministrativo – Servizi Demografici dell’Ente in intestazione al fine di ricevere le consequenziali comunicazioni“.

Il soldato e partigiano melitese Eustasio Cogliandro, a cui verrà intitolata la strada, all’età di 21 anni, l’11 dicembre del 1944, è stato ucciso dai fascisti insieme alla fidanzata. Nel 1953 la madre di Cogliandro, Tommasina Calabrò, si recò in Jugoslavia per ritrovare il luogo della sepoltura del figlio e riuscendoci, il 16 marzo dello stesso anno, riportò in Italia, a Melito di porto Salvo, le spoglie del soldato che le permisero celebrare i funerali e la cerimonia di sepoltura.
Figlio di Antonino Cogliandro e di Tommasina Calabrò
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Partito per il fronte nel secondo conflitto mondiale, nel 1944 se ne persero le tracce.
Nato il 10 Aprile 1923, ucciso barbaramente a Dignano d’Istria (Pola) l’11 Dicembre 1944. In organico al 25° Reggimento Fanteria “Cervignano”, 2° Battaglione reclute, Divisione Bergamo, di stanza a Dignano d’Istria, a poca distanza da Pola (Yugoslavia), Eustasio Cogliandro scriveva alla madre Tommasina e le raccontava della guerra, dei compagni, di una ragazza che aveva conosciuto.
A un certo momento si interrompono le comunicazioni, Eustasio non scrive più e se ne perdono le tracce. Siamo alla fine della guerra; la madre immagina cosa può essere accaduto. Chiede disperatamente al Distretto Militare, anche tramite il Comune di Melito. Vuole rintracciare il corpo del figlio, ma non riesce a trovare alcun riscontro. Siamo arrivati al 1953, sono trascorsi tanti anni che non hanno lenito il dolore; rileggendo le lettere del figlio, Tommasina trova il nome della fidanzata di Eustasio. La rintraccia e si mette in contatto con la famiglia di lei. In quel periodo era difficile entrare in Yugoslavia, perché non veniva concesso il visto, ma la testardaggine di Tommasina Calabrò riesce a superare gli ostacoli.
Infine, parte insieme al nipote “Mico” Calabrò, che deve forzatamente attenderla per 6 giorni a Trieste, mentre lei raggiunge Pola. La madre si reca a Dignano e incontra i familiari della fidanzata di Eustasio. La famiglia le racconta una storia disperata e infame. Cosa è successo? Il soldato Eustasio Cogliandro fa amicizia con altri commilitoni, soldati italiani al fronte, soldati del Regio Esercito. In seguito agli eventi, l’Esercito si sbanda, insieme ad altri compagni si aggrega alle fila della Resistenza e diventa partigiano; il suo esempio è seguito anche dalla fidanzata che conoscendo l’arte della sarta comincia cucire e riparare i vestiti dei partigiani. La fine della guerra, in Italia, significò l’inizio di una nuova e spietata guerra, che presto assunse i contorni impietosi della “caccia”. In seguito alla delazione di un fascista, un tale Rossi, Eustasio fu scovato insieme alla fidanzata. L’infame Rossi, conoscendo il posto e la storia d’amore, con una squadra di fascisti lo raggiunse a casa della donna, massacrandoli a colpi di moschetto. Altri commilitoni, tra cui due fratelli di Prunella (appartenenti allo stesso Reggimento, ma ad un’altra compagnia), si nascosero in un altro posto scampando così alla furia assassina fascista.
La famiglia della ragazza dà sepoltura al corpo piantando una croce col nome di Eustasio e a distanza di tanti anni, la madre Tommasina, viene accompagnata sul posto: “Il corpo di Eustasio si trova qui sotto”.
Finalmente dopo tanto peregrinare, la mamma riesce a riportare i resti del figlio a Melito. Un carro delle ferrovie jugoslave arriva alle ore 10 di Lunedì 16 Marzo 1953 alla stazione di Melito con il corpo del nostro Concittadino. Dalla stazione il feretro viene accompagnato dalla folla nella Casa Comunale dove rimane per la veglia notturna.
Il giorno successivo un affollatissimo corteo accompagna la salma alla vecchia chiesa di San Giuseppe dove viene celebrato da Don Calarco un solenne funerale e, subito dopo, a piedi e a spalla, Eustasio viene accompagnato al cimitero in cima alla collina che sovrasta Melito. Sono trascorsi 69 anni.
(L'amore Fatale del partigiano Eustasio, Gianfranco Calabrò)
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Una strada di Prunella è intitolata a Eustasio Cogliandro (modifica della strada già intitolata Via Prunella Inferiore in Via Eustasio Cogliandro)
Il Comune di Melito di Porto Salvo, vista l’autorizzazione dell’Ufficio Territoriale del Governo – Prefettura di Reggio Calabria all’attribuzione del nome “Via Eustasio Cogliandro” alla strada già denominata “Via Prunella Inferiore” e vista la deliberazione di C.C. n.53 del 30/11/2015 avente per oggetto la “modifica della denominazione della strada già intitolata Via Prunella Inferiore in Via Eustasio Cogliandro, rende nota la procedura di modifica dell’intitolazione della strada.

Il Comune con un avviso rende noto, altresì, agli abitanti interessati, ai cittadini residenti ed agli operatori economici che “la Prefettura di Reggio Calabria – UTG con proprio decreto ha autorizzato l’intitolazione “Via Eustasio Cogliandro” alla strada già denominata “Via Prunella Inferiore”. I cittadini residenti sono avvisati che saranno attivate in seno ai Servizi Demografici procedure d’ufficio per l’aggiornamento delle registrazioni di competenza. Si invitano pertanto gli stessi a volersi recare presso l’Ufficio Amministrativo – Servizi Demografici dell’Ente in intestazione al fine di ricevere le consequenziali comunicazioni“.

Il soldato e partigiano melitese Eustasio Cogliandro, a cui verrà intitolata la strada, all’età di 21 anni, l’11 dicembre del 1944, è stato ucciso dai fascisti insieme alla fidanzata. Nel 1953 la madre di Cogliandro, Tommasina Calabrò, si recò in Jugoslavia per ritrovare il luogo della sepoltura del figlio e riuscendoci, il 16 marzo dello stesso anno, riportò in Italia, a Melito di porto Salvo, le spoglie del soldato che le permisero celebrare i funerali e la cerimonia di sepoltura.

Gravesite Details

La salma prima a Dignano d'Istria (attuale Vodnjan in Istria) fu trasferita a Melito nel 1953. È sepolto nel cimitero vecchio di Melito



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